Sono in giro per la Terra da poco più di una settimana, e mentre imparo a gattonare…
…rifletto.
Com’è strana la vita. Ti svegli un giorno con un’idea che, invece di perdersi nelle faccende della giornata, ostinata ti tampina in ogni dove tu vada. La osservi scettica, con una certa dose di indifferenza: è normale per una persona creativa avere idee, tante idee, ma il novanta per cento di queste sono destinate a perdersi.
Io, poi, sono una che si perde tutto, anche la testa, figuriamoci quello che la testa contiene!
E, invece questa volta, l’idea del risveglio era ancora viva e vegeta al momento di andare a dormire. Cercando il sonno, e combattendo l’insonnia, ho cominciato a raccontarmi il Thriller delle catacombe, così l’ho soprannominato fin dall’inzio…

piantina
Il romanzo

Da quella sera, molte altre sono seguite, e poi l’organizzazione, la sinossi, la suddivisione in capitoli, la stesura… Abbandonata e poi ripresa quasi per caso, interrotta di nuovo per dare spazio a un romanzo breve che sgomitava la sua urgenza ad esistere…
I ripensamenti, li ampliamenti, le riduzioni, le letture e le riletture. Il percorso classico, insomma, che accompagna la stesura di un libro.

Poi Amazon e poi la Newton Compton.
Oggi so che quel romanzo è disseminato per il mondo. Posato su tavoli e scaffali, e nei casi più fortunati è già tra le mani dei miei lettori che lo stanno sfogliando.
Ecco, era un’idea. E ora è nella mente e nell’emozione di tanti sconosciuti.
È questa la magia della scrittura, quella che ci fa affrontare la fatica, la disperazione e la rinuncia a parte della vita reale. A quanti crepuscoli ed albe ho rinunciato per restare con il capo chino sulle pagine di “Inquietante delitto in Vaticano”? Ne è valsa la pena?
Lo spero, come ogni scrittore può… con ottimismo.
F.P.M.